La nuova legge regionale stabilisce (art.5), innanzitutto, che il Sistema Regionale delle Aree Protette del Lazio è articolato in solo 2 tipologie :

Con la legge istitutiva della singola area protetta viene definito il livello di interesse regionale o provinciale tenendo conto della dimensione, della collocazione territoriale e delle caratteristiche dell’area stessa.

Inoltre, art.6, la Regione tutela anche i monumenti naturali (definiti come habitat o ambienti di limitata estensione, esemplari vetusti, ecc.) ed i siti di importanza comunitaria (S.I.C.) (derivati dalla Direttiva 92/43/CEE).

Per i primi, è prevista la possibilità di essere sottoposti a vincolo con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, mentre i secondi sono tutelati a norma della disciplina di attuazione della normativa comunitaria ed ai quali si applicano le prescrizioni di cui all’art. 10 della L.R .74/91.

Con l’art. 7, vengono individuati, gli elementi necessari alla Regione ai fini della redazione del Piano Regionale delle aree naturali protette, tra cui, al comma 2, lettera d), le “indicazioni e proposte deliberate dagli enti locali (in data non anteriore ai 12 mesi precedenti l’adozione dello schema di piano da parte della Giunta Regionale).

Successivamente, la procedura prevede che lo Schema di piano venga sottoposto ad approvazione da parte del Consiglio Reg.le, dopo aver effettuato le consultazioni entro 4 mesi dalla sua pubblicazione (comma 6).

Sempre l’art. 7, al comma 9, stabilisce che il Piano regionale costituisce allegato al Quadro di riferimento territoriale regionale e si configura come parte integrante dello stesso, e che (comma 10) le aree individuate sono sottoposte a vincolo paesaggistico ai sensi della L. 1497/39.

Infine, al comma 11, si stabilisce :

che le Province sono tenute a rispettare nel PIANO PROVINCIALE DELLE AREE PROTETTE, LE INDICAZIONI CONTENUTE NEL PIANO REGIONALE ;

che il Piano provinciale è approvato a norma dell’art. 16 della L.R. 17/1986 (adozione con delibera consiliare e trasmissione alla Regione per l’approvazione);

che il Piano provinciale costituisce allegato al Piano Territoriale di Coordinamento (art. 15, comma 2, L. 142/90), configurandosi come parte integrante dello stesso.

La partecipazione delle Province, così come delle Comunità Montane e dei Comuni, all’istituzione delle aree naturali protette è acquisita mediante una conferenza finalizzata alla redazione di un documento di indirizzo fondato sull’analisi territoriale delle aree in questione (art. 9).

La legge regionale istitutiva, delle aree protette, definisce, tra l’altro, (art. 9, comma 3, lett. b) la perimetrazione e le misure di salvaguardia specifiche, eventualmente differenziate per zone, da applicarsi fino all’entrata in vigore della disciplina contenuta nel Piano, specifico, dell’area naturale protetta (art. 26)(da adottare entro 9 mesi dall’insediamento degli organi dell’ente di gestione) e del relativo Regolamento (art. 27) (da adottare contestualmente al Piano di cui sopra).

Il Piano dell’ area protetta ha anche valore di piano paesistico e di piano urbanistico e li sostituisce entrambi.

Con l’art. 29 vengono indicati i criteri e le modalità per la gestione delle aree naturali protette di interesse provinciale, facendo riferimento all’art. 12, comma 1, lettera b) : “ le Province provvedono alla gestione con le forme previste dall’ art. 22, comma 3, lettere b) e c)

Qualora per la gestione venga istituita un’apposita agenzia, le Province si attengono ai criteri organizzativi definiti dalla legge (Capo II - Sezione I - Aree naturali protette di interesse regionale).

Per le aree protette provinciali gli organismi di gestione predispongono e adottano i relativi piani, lo trasmettono alla Provincia per la relativa verifica di compatibilità, con le modalità previste dall’art. 26, comma 4.

Fino all’emanazione della legge regionale urbanistica di riordino del “Governo del Territorio”, questa verifica viene effettuata dalla Regione, mentre i poteri sostitutivi , previsti dall’art. 26, comma 3 (inadempienza dell’ente di gestione), sono esercitati dalla Provincia.

Anche i regolamenti predisposti dagli organismi di gestione vengono trasmessi alla Provincia per la loro approvazione.

A riguardo nella legge viene istituita, nell’ambito territoriale della provincia, la Riserva Naturale di Tuscania (art. 44, comma 1, lettera c) la cui gestione è affidata alla Provincia di Viterbo (art. 44, comma 5), per cui la Provincia provvede alla relativa gestione, con le modalità previste dalla legge.

La legge con l’art. 43, comma 1, approva anche uno stralcio del Piano relativo allo “Schema di piano regionale dei parchi e delle riserve naturali”, adottato dalla G.R. (ai sensi dell’art. 18 della L.R. 46/77) con delib. n. 11746 del 29/12/93.

Tra le aree individuate, localizzate all’interno della provincia, sono elencate : l’Area naturale protette di Monte Casoli di Bomarzo (comma 1, lettera e) e l’Area naturale protetta del Complesso lacuale di Bracciano-Martignano (in parte).

Per queste aree è previsto che la Giunta Regionale approvi e sottoponga al Consiglio Regionale le proposte di legge istitutive.

Da segnalare , infine, che tra le norme transitorie (art.46) viene precisato che lo Schema di piano regionale, adottato con delib. dalla G.R. n. 11746/93, conserva la sua efficacia di natura programmatoria di indirizzo e che, comunque, entro 6 mesi dalla entrata in vigore della legge, la Giunta regionale adegua la predetta deliberazione a quanto previsto dall’art. 7 (Piano regionale e piani provinciali delle aree naturali protette).